Anfiteatro Flavio
In scena la morte, percorso narrato all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
“…Il mondo gronda sangue fraterno; l’omicidio, che, commesso dai singoli è un delitto, fatto in massa assume il nome di eroismo; così i delitti diventano impuniti non già per la loro incolpabilità ma per la loro mostruosa ferocia. Di più, se ti soffermi a guardare le città, t’imbatti in una folla che ti parrà più insopportabile di qualunque solitudine..”
A pochi passi dal Macellum di Pozzuoli, è possibile immergersi totalmente nell’atmosfera dell’antico impero romano, entrando nell’Anfiteatro Flavio. Risalente alla seconda metà del I secolo d.C. venne costruito per far fronte all’incremento demografico di Puetoli, che aveva reso troppo piccolo il precedente edificio utilizzato per spettacoli pubblici in età repubblicana.
Costruito dagli stessi architetti del Colosseo a Roma, voluto dall’imperatore Vespasiano, era il circo dei puteolani. Ivi si svolgevano spettacoli teatrali, spettacoli musicali e l’immancabile lotta dei gladiatori. Nei sotterranei dell’anfiteatro ancora oggi è possibile vedere degli ingranaggi che venivano utilizzati per sollevare fino all’arena le gabbie con le belve feroci, e probabilmente anche scenografie utilizzate durante gli spettacoli.
Luogo anche della passione dei primi cristiani, proprio qui infatti, per volere dell’imperatore Diocleziano, venivano portati i primi martiri cristiani per essere sbranati dai leoni. Lo stesso San Gennaro, santo patrono di Napoli, venne portato qui, ma il giorno deciso, per la sua esecuzione riuscì a salvarsi … infatti la leggenda vuole che entrato nell’arena benedì le fiere feroci, che si ammansirono ai suoi piedi.